Gv 16,7

« Ma io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Paràclito; se invece me ne vado, lo manderò a voi.»

Dal momento che i discepoli ancora interpretano in modo sbagliato ciò che si sta verificando, Gesù spiega loro il significato della sua prossima dipartita, iniziando con una affermazione… “io vi dico la verità”…  che conferisce alle sue parole il tono della rivelazione.
Poi Lui ribadisce: “è bene per voi che io me ne vada”... sottolineando che la sua dipartita è la condizione necessaria perché i suoi discepoli ricevano il dono del Paràclito che – dice Gesù - manderò a voi.
Mentre in precedenza il Cristo aveva messo in relazione la venuta del Paràclito all'osservanza dei “comandamenti” (Cfr. Gv 14,15-16), vale a dire alla pratica dell’unico suo “comandamento dell’amore” (Cfr. Gv 13,34)... ora essa è indicata come una diretta conseguenza del suo passaggio pasquale.
Sarà dunque il Paràclito a continuare l'opera di Gesù, facendo sì che quella che adesso appare ai discepoli come una separazione, sia in realtà il passaggio verso una nuova forma di comunione, che completerà la sua azione divina sulla terra (cfr. Gv 14,12.28; Gv 15,16; Gv 16,8-15).
Attraverso il Paràclito sarà infatti Gesù stesso che continuerà ad operare, e dunque a manifestare il suo potere salvifico.

Segue: Gv 16,8

P.S. - In questo versetto, è di particolare rilevanza il fatto che non venga menzionato il Padre, e sia lo stesso Cristo a riferirsi al Paràclito dicendo: lo manderò.
Questa prerogativa di Gesù... che supera quelle attribuite al Messia nella tradizione giudaica (nella quale soltanto Dio poteva disporre dello Spirito, e dunque inviarLo)... fu alla base della grande disputa che nei secoli successivi si verificò in seno alla tradizione cristiana, riguardo alla questione del “Filioque”, ovvero l'idea teologica che lo Spirito Santo proceda dal Figlio oltre che dal Padre (Cfr. anche Gv 16,14-15)... e non soltanto dal Padre, come sostenuto dalle chiese cristiane d'Oriente.
Inoltre... è significativo rilevare come l'evangelista scriva qui la frase di Gesù usando le parole greche symphérei hymîn (“è bene per voi”) che in precedenza Gv ha usato anche per scrivere in greco la frase pronunciata da Caifa: “è conveniente per voi (symphérei hymîn) che un solo uomo muoia per il popolo, e non vada in rovina la nazione intera!” (Gv 11,50).
A sua insaputa, le parole di Caifa avevano preannunciato profeticamente il compimento della missione di Gesù... ed ora la stessa espressione torna ad indicare il compimento della missione di Cristo in vista del dono del Paràclito, quale realizzazione dell'annuncio sul dono dello Spirito (Cfr. Gv 7,39) che i credenti avrebbero ricevuto a seguito della Sua glorificazione.
Il dono del Paràclito sancisce pertanto l'avvento di un'epoca nuova, dove lo Spirito caratterizzerà l'esperienza dei credenti in Gesù.
Nel Vangelo di Gv tale invio del Paràclito sostituisce l’idea dell’imminente ritorno escatologico del Cristo (la “parusia”) che è presente in altre parti del Nuovo Testamento.

* Vedi nel Glossario le voci:
"Glorificazione"
"Paràclito"
"Parusia"

Vedi nella pagina “Area di sosta” le voci:
"La missione del Paràclito",
"Paràclito, Parusia e Rivelazione",