Gv 15,5

« Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla.»

Gesù continua qui a paragonare il rapporto tra Lui e i discepoli, a quello della vite con i suoi tralci.
Senza la piena comunione con il Cristo, e la conseguente collaborazione alla Sua opera, i tralci-credenti” diventano sterili perché, dice Gesù, “senza di me non potete fare nulla”… nel senso che, sconnettendosi dalla “fonte” di nutrimento, essi non potrebbero produrre frutto spirituale.
Al contrario, produce frutto abbondante chi rimane in Lui, in quella adesione-comunione che, anche nella forma espressiva, richiama l'analoga affermazione pronunciata da Gesù nella sinagoga di Cafarnao: “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui” (Gv 6,56)*.

Segue: Gv 15,6

* Vedi nel Glossario la voce “Inabitazione”