Gv 4,34

« Gesù disse loro: "Il mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera.»

Di fronte all'incomprensione dei discepoli, Gesù rivela loro esplicitamente Il mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato.
Pur senza negarla, Lui pone dunque in secondo piano la Sua normale necessità fisiologica di alimentarsi... per dare risalto al fatto che Lui vive di quel “nutrimento celeste” che è costituito dall'unione con il Padre, alla cui volontà esprime una dedizione piena e fedele per tutta la Sua vita terrena... fino al celebre “E' compiuto” (Gv 19,30) pronunciato sulla croce.
Inoltre, Gesù poi dice che il Suo cibo... in aggiunta al fare la volontà del Padre... è costituito anche dal compiere la sua opera.
Questa espressione, come capiremo ancor meglio in seguito, indica che la Sua missione non si esaurisce in una accettazione fiduciosa della Volontà di Dio... ma implica anche una cooperazione al compimento dell'opera divina (Cfr. Gv 5,17; Gv 17,4), volta a salvare l'umanità mediante il dono della vita eterna*...“perché tutti siano una cosa sola; come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi in noi” (Cfr. Gv 17,21).    

Segue: Gv 4,35

* Vedi nel glossario le voci:
“Vita eterna”
“Escatologia attuale”


P.S. - Da un punto di vista giudaico il concetto espresso in questo versetto... ovvero il voler "fare la volontà di Dio"... è ciò che determina la condizione di colui che in questo modo può diventare “figlio di Dio”... perché nella visione religiosa tradizionale era proprio attraverso la piena e fedele obbedienza a Dio che gli esseri umani potevano essere ritenuti Suoi figli.
Si trattava... evidentemente... di un concetto di figliolanza divina diverso da quello che invece l'espressione “Figlio di Dio” assumeva nel pensiero ellenistico, che la intendeva in senso ontologico attribuendo al Figlio la “natura divina”.
Detto in altri termini... nella cultura ellenistica l'espressione “Figlio di Dio” riguardava l'essenza della persona alla quale veniva attribuita, mentre nell'Ebraismo essa indicava la funzione, o il comportamento di quella stessa persona.
In questo quarto Vangelo, Gesù riunisce in Sè questi due ambiti concettuali:
Lui è infatti “Figlio di Dio” sia per la realtà contenuta nell'affermazione il mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato... sia perché, sin dal principio, “il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio” (Gv 1,1) sul piano della Sua essenza.