Gv 15,8

« In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli.»

La glorificazione del Padre, a cui è finalizzata l'intera vita terrena del Figlio (Cfr. Gv 13,31s; Gv 14,13; Gv 17,1), dopo la Pasqua di resurrezione troverà attuazione in quanti, credendo in Gesù, diventeranno suoi discepoli e così porteranno molto frutto.
Sulla via di questo discepolato non si incamminerà chiunque esprimerà una generica fede in Gesù, bensì coloro che, restando nella sua parola (Cfr. Gv 8,31),  praticheranno il “comandamento nuovo” (Cfr. Gv 13,34) dell'amore fraterno da Lui insegnato.
Riuniti nell'unità divina grazie alla “vigna-Gesù”, i tralci-discepoli glorificheranno il Padre realizzando il suo disegno, che consiste nella manifestazione del Suo amore per l'umanità.

Segue: Gv 15,9

Vedi nel Glossario la voce: “Glorificazione”     

P.S. - L'espressione “diventiate miei discepoli” può qui apparire strana, visto che è rivolta a persone che sono già discepoli di Gesù.
Si tratta di una stranezza che però svanisce intendendo le sue parole in questo senso:
Il discepolo deve dimostrarsi tale mediante un agire che sia dinamicamente in sintonia con l'Amore di Dio, in costante e quindi sempre più fruttuosa unità con Lui.
Detto in altri termini, l'essere discepoli non deriva da una semplice adesione di fede a Cristo,  ma è invece un risultato che scaturisce da un divenire... ed il “portare frutto” è il processo mediante il quale si diventa pienamente discepoli.