Gv 6,7

« Gli rispose Filippo: "Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo".»

Non accorgendosi che Gesù sta mettendo alla prova la sua fede, Filippo dà una risposta “naturale”, nel senso che Duecento denari... cioè duecento volte la paga che un operaio agricolo riceveva per un giorno di lavoro (cfr. Mt 20,2)... non potevano bastare per sfamare “circa cinquemila uomini” (cfr. Gv 6,10).
Anzi... Filippo dice che non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo (di pane)...  e queste sue parole, dettate dal realismo, non fanno che mettere in risalto la grandezza del miracolo che sta per compiersi.
Però... se avesse intuito il significato nascosto delle parole di Gesù, il discepolo avrebbe potuto pensare al principio già annunciato per esempio dal profeta Isaia:
“Venite, comprate senza denaro, senza pagare, vino e latte. Perché spendete denaro per ciò che non è pane, il vostro guadagno per ciò che non sazia? (…) Porgete l'orecchio e venite a me, ascoltate e vivrete”. (Is 55,1-3).
Mediante l'immagine del cibo da Lui gratuitamente donato... il Signore invitava qui Israele a “mangiare” il nutrimento che sazia per davvero... ovvero la sua Parola “vivificante”.
Allo stesso modo... anche la domanda che Gesù precedentemente ha rivolto a Filippo (cfr. Gv 6,6) conteneva un'allusione al “pane” gratuito ed incorruttibile che Lui si appresta a donare all'umanità “affamata” : le Sue “Parole di vita eterna” (cfr. Gv 6,68).

Segue: Gv 6,8-9