Risurrezione di Lazzaro (Gv 11,1-44)

Come abbiamo già visto in precedenza, in questo quarto Vangelo il primo atto della vita pubblica di Gesù è stato la “cacciata dei mercanti dal Tempio” (cfr.Gv 2,13-22)... un avvenimento che invece i tre evangelisti sinottici hanno posizionato alla fine delle loro narrazioni, facendogli assumere anche il ruolo della classica “ultima goccia” che ha fatto traboccare il vaso... cioè dell'avvenimento che ha provocato la decisione del Sinedrio di mettere a morte Gesù.
Invece... nel racconto di Gv le autorità giudaiche prendono questa decisione di arrestare Gesù per il timore che il popolo, impressionato dal suo potere di resuscitare i morti, inizi a seguirLo in massa.
In quanto ultimo e più importante dei segni compiuti da Gesù, la risurrezione di Lazzaro costituisce la conclusione del suo ministero pubblico e, al contempo, il “passaggio” alla settimana finale della sua vita, che porta alla sua Passione.
Come stiamo per vedere… l'evangelista scrive una narrazione basata sui fatti, ma la "carica" anche di un simbolismo che comunica verità spirituali altissime.
Questo episodio mostra infatti Gesù che vince la morte e, leggendolo, il lettore si trova invitato a crederGli non soltanto in ragione del suo straordinario potere taumaturgico, ma ancor di più perché Lui è “la risurrezione e la vita” (Gv 11,25).
Il messaggio che emerge dal racconto, è che Gesù ha il potere di “vivificare i morti”... ovvero di far sì che quanti Gli credono superino la morte interiore per ascendere, già nel presente della loro esistenza, al piano della “Vita eterna”*, diventando cioè beneficiari di questa sua promessa: “chi crede in me, anche se muore, vivrà” (Gv 11,25).

Segue: Gv 11,1

*Vedi nel Glossario la voce "Vita eterna"