Gv 12,26

« Se uno mi vuole servire mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà.»

Gesù continua dicendo “Se uno mi vuole servire”...  nel senso di farsi suo collaboratore... “mi segua”.
Dal momento che l'adesione di fede è già implicita nella volontà del discepolo di servirLo... qui Gesù parla di un "seguire" che è riferito proprio alla decisione di porsi al suo seguito, costi quel che costi... ovvero con la determinazione di affrontare le prove anche estreme che ciò comporta... come per esempio si trovavano a dover fare i cristiani che, all'epoca della stesura di questo Vangelo, erano pesantemente perseguitati.
Al discepolo capace di seguirLo andando oltre le difficoltà implicate da questa scelta, Gesù promette: e dove sono io, là sarà anche il mio servitore.
L’espressione “dove sono io” (cfr.Gv 14,3; Gv 17,24) sta qui ad indicare l'unione permanente di Gesù con il Padre, nella quale... Lui promette che in futuro potrà essere anche il suo servitore.
Di fatto viene qui concretamente esplicitato cosa significhi “odiare la propria vita in questo mondo” (cfr. Gv 12,26), nel senso di saper offrire la propria vita per porsi al seguito di Gesù... al fine di conservarla “per la vita eterna” (cfr. Gv 12,25), cioè per ascendere alla vera vita, quella di qualità divina*.
Il vero discepolo è dunque colui che decide di seguire Gesù anche a prezzo... per esempio... di finire come Lui sulla “croce” dei reietti della società, perché non si può certo pensare di Servire il Cristo mantenendo i propri margini di sicurezza e di onorabilità sociale.
Infatti, Gesù aggiunge che “Se uno serve me, il Padre lo onorerà”... nel senso che sarà proprio il Padre a “ricompensare” quei discepoli del Figlio che, inevitabilmente, saranno disonorati dal mondo.

Segue: Gv 12,27-28

* Vedi nel Glossario le voci:
"Vita"
"Vita eterna"