Gv 11,25-26

« Gesù le disse: "Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?".»

Dopo che Marta si è rivolta a Lui come ad un intercessore (cfr. lettura di Gv 11,22) che può chiedere qualunque cosa a Dio, e Dio Gliela concederà... Gesù pronuncia l'espressione “Io sono”* con la quale, come abbiamo già visto in questo Vangelo, Lui rivendica la Sua condizione divina.
In particolare, l'auto-definizione qui usata da Gesù, che dice di essere la risurrezione e la vita, va intesa nel senso che la vita che Lui è (cfr. Gv 1,4)… è il contenuto della risurrezione che Lui dona sul piano fisico la quale... a sua volta... è il segno della risurrezione alla vita eterna* che Lui dona sul piano spirituale.
In questo modo Gesù attesta di essere Colui che... alla stessa maniera del Padre... ha il potere di vivificare (cfr. Gv 5,21), come peraltro hanno già dimostrato gli altri segni* da Lui compiuti.
Anziché parlare della “resurrezione alla fine dei tempi”... che era un concetto rientrante nella mentalità giudaica... Gesù parla dunque della risurrezione che Lui stesso è venuto a donare: “chi crede in me, anche se muore, vivrà”... nel senso che se anche il suo discepolo va incontro alla morte fisica, credendo in Lui beneficia comunque della vita eterna.
Poi, Gesù ribadisce ulteriormente questo concetto affermando “chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno”, a sottolineare come... grazie a Lui... il credente diventa un “vivente”, per l'Eternità.
I discepoli di Gesù sono pertanto coloro che... al di là delle leggi fisiche che regolano la loro esistenza biologica... grazie a Lui ascendono fin da subito alla vita vera, quella divina, piena ed indistruttibile... e così diventano “i viventi” (in greco “hoi zōntes”)... com'erano in effetti chiamati i primi cristiani.
Affinché il Cristo, in quanto vivificatore, possa donare questa risurrezione alla vita... non in un lontano ultimo giorno bensì nel presente... è dunque richiesta la fede nella realtà salvifica della sua Parola e... attraverso la  “comunione”  che in questo modo si crea con Lui... il credente riceve il dono della vita divina.  
Infine, in riferimento alle sue parole, Gesù chiede a Marta Credi questo?
Si tratta di un interrogativo che è posto anche a chiunque altro voglia diventare suo discepolo.

Segue: Gv 11,27

* Vedi nel Glossario le voci:
"Io sono"
"Segno"
"Vita"
"Vita eterna"

P.S. - L'essere umano può dunque conquistare la “vita eterna” nella misura in cui unisce sé stesso al Cristo, quale manifestazione dell'Eterno in questa dimensione, vincendo così l'illusione di un'esistenza “votata” alla materia.
Detto in altri termini... l'essere umano trova la Vita divina (indicata dall'evangelista con il termine “zōē”) quando entra in comunione con Colui che è Egli stesso la Vita: a quel punto, per quanto la morte fisica del credente possa interrompere la sua vita (in greco “bios”) terrena... la relazione con Dio che lui ha stabilito in Cristo, gli dona quella vita eterna che nessuna morte è in grado di intaccare.
Per questo più avanti vedremo Gesù che... dopo aver detto “io e il Padre siamo uno” (Gv 10,30)... prima del Suo arresto pregherà il Padre dicendo “perché tutti siano uno” (Gv 17,21).
E' questa la resurrezione dei discepoli di Cristo: diventare completamente uno con Colui che li ha amati e ha donato la Sua vita per loro.
Affinché ciò accada, è ovvio che questa unione non deve però realizzarsi su un piano teorico-astratto, bensì in un piano sostanziale che, come vedremo più avanti, la “Preghiera sacerdotale” indicherà raggiungibile mediante la “conoscenza” (cfr. Gv 17,3)... così com'è intesa nel senso biblico di “conoscere”... cioè realizzando una comunione profonda che porti ad essere “uno” con Colui che è conosciuto: il Cristo.
In sostanza... mediante questa conoscenza-comunione con Colui che è la Vita, l'essere umano diventa lui stesso “un vivente”, per l'Eternità.

Segue: Gv 11,27

Post collegato:
“Al di là della forma... e al di là del tempo” (nel mio blog “Diario di un monaco”)