Gv 1,14a

« E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi;»

Il Verbo* divino, per mezzo del quale “tutto” “è stato fatto” (Gv 1,3) e che sin dall'inizio del cosmo “era la vita” e “la luce degli uomini” (Gv 1,4)... ad un certo punto della storia - scrive Gv - si fece carne.
Per indicare questo avvenimento, l'evangelista usa il termine greco “sárx” (carne) a significare proprio la fragile debolezza dell’umanità, affermando dunque un concetto teologico che dal punto di vista razionale appare paradossale:
Il Dio trascendente non solo... sin dall'alba dei tempi... è venuto “nel mondo” (Gv 1,9) attraverso il Suo Verbo,  ma addirittura si è incarnato... e lo ha fatto senza esentarsi dagli abituali limiti ai quali siamo soggetti noi esseri umani.
Come capiremo leggendo il seguito di questo Vangelo, la testimonianza di Gv è che il Verbo si è infatti incarnato come un "vero uomo",  Gesù Cristo (Gv 1,17), pur senza che sia mai venuta meno la Sua natura divina.
Inoltre... scrivendo che il Verbo incarnato venne ad abitare in mezzo a noi, l'evangelista usa il termine greco skênê (che significa “tenda”), per cui le sue parole andrebbero tradotte letteralmente così: venne a mettere la tenda in mezzo a noi.
Questa precisazione non è affatto trascurabile, perché in questo modo Gv richiama le pagine dell'Esodo che parlano della presenza di Dio nella “tenda del convegno” (Per es. Es 40,34-35).
L'evangelista vuole infatti dirci che, con la Sua incarnazione in “Gesù Cristo” (Gv 1,17), il Verbo stesso diventa la “tenda” di Dio, la “sede” dove Egli dimora manifestando la Sua gloria.
Questo concetto del Logos divino che ha messo la sua tenda in mezzo a noi in una determinata parentesi della storia del mondo, si inserisce armoniosamente nella linea teologica giovannea, che in tutta la prima parte di questo Prologo ci ha parlato del Verbo-Cristo esistente sin dall'Eternità... e dunque anche prima della parentesi storica della vita terrena di Gesù... come lo sarà anche dopo.
E' in questa prospettiva che è possibile cogliere il significato del verbo greco usato dall'evangelista... eskēnōsen (letteralmente “attendarsi”)... perché è proprio come se, incarnandosi in Gesù, il Verbo divino avesse “campeggiato” nella forma di un uomo, nato in mezzo a noi.

Segue: Gv 1,14b

* Vedi nel Glossario il termine "Logos" 
Vedi nella pagina "Area di sosta" le voci:
Il Logos nel Prologo giovanneo
Dal logos della filosofia... al Logos di Gv
Cristologia giovannea del Logos
Gli antecedenti del Logos giovanneo
Il Logos in quanto "Legge naturale"

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