Gv 6,60

« Molti dei suoi discepoli, dopo aver ascoltato, dissero: "Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?".»

Con un repentino cambiamento di scena, coloro che si dimostrano "refrattari" alle sue parole non sono più “i Giudei” nominati in precedenza (cfr. Gv 6,41.52) ma, scrive Gv, molti dei suoi discepoli.
Il termine “discepoli” non indica qui i “Dodici”, che verranno espressamente nominati tra poco (Gv 6,70)... quanto invece, in generale, coloro che in precedenza si erano avvicinati a Gesù, “conquistati” dalle sue opere e parole.
Tra di loro, molti adesso si tirano indietro, perché... pur se magari avevano iniziato a pensare che Gesù fosse effettivamente l'Inviato di Dio... trovano adesso inaccettabile che Lui si proponga addirittura come Colui che darà la sua “carne per la vita del mondo” (Gv 6,51), attribuendosi cioè un ruolo salvifico che loro consideravano appartenesse esclusivamente a Dio.
Per questo motivo reagiscono dicendo “Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?”... a significare che non riuscivano a distanziarsi così tanto dalla tradizione religiosa dei loro padri, alla quale evidentemente erano ancora legati.

Segue: Gv 6,61

P.S. - Avendo considerato tra parentesi il precedente brano “eucaristico” (per i motivi indicati nella “nota esegetica su Gv 6,53-58”), si possono intendere queste parole dell'evangelista come un riferimento al discorso che Gesù ha tenuto nella sinagoga di Cafàrnao riguardo a Sé stesso in quanto “pane disceso dal cielo” (cfr. Gv 6,41.51)... anche se è necessario rilevare come alcuni studiosi preferiscano includere nella reazione qui narrata anche il suddetto brano “eucaristico” (Gv 6,53-58).
Al di là di ciò... il concetto ampio di “discepolo” qui usato da Gv (diversamente da Gv 6,3.8.12.16.22.24) lascia intendere che lui stia rivolgendo un messaggio anche ai “discepoli” suoi contemporanei, visto che sul finire del I sec.d.C... nell'epoca di stesura di questo Vangelo... era d'uso chiamare “discepoli” i credenti che formavano le comunità cristiane.
Evidentemente l'evangelista allude qui al rischio che anch'essi avrebbero corso... se non fossero stati saldi nella fede... di “lasciarsi” scandalizzare dalla “durezza” della parola di Gesù il quale, oltretutto, non era più presente fisicamente davanti ai loro occhi, ed aveva subito la morte "vergognosa" della crocifissione... che apparentemente poteva sembrare contraddittoria rispetto alla promessa salvifica di dare la sua “carne per la vita del mondo” (Gv 6,51).

Segue: Gv 6,61