Gv 17,15-16

« Non ti prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li custodisca dal maligno.
Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo.»


Queste parole di Gesù vanno inserite nella prospettiva teologica del cosiddetto “dualismo giovanneo”* che, tra le varie coppie di opposti, contrappone anche ciò che è di questo “mondo” e ciò che “non è di questo mondo” (Cfr. Gv 8,23).
I discepoli non sono del mondo (Cfr. Gv 15,19), ma ciò non implica che essi debbano estraniarsene... tant'è vero che Gesù si rivolge al Padre dicendoGli: Non ti prego che tu li tolga (i discepoli) dal mondo, ma che tu li custodisca dal maligno.
Questa frase può essere compresa tenendo conto di quanto segue:
Come abbiamo visto, tra i vari significati che il termine mondo (in greco kósmos) assume in questo Vangelo*, è particolarmente rilevante l'accezione negativa di “umanità separata da Dio”, in riferimento all'insieme degli esseri umani che usano in modo sbagliato la loro individuale libertà, rifiutando la Rivelazione divina portata da Cristo.
Ciò non toglie che il mondo continui ad essere oggetto dello sguardo provvidente del Padre, e la sua conversione a Dio è la prospettiva verso cui è rivolta anche la preghiera del Figlio.
All'interno di questo Piano divino, i credenti sono chiamati ad operare nel mondo testimoniando la propria fede in Cristo, ed è per questo che Gesù dice al Padre: “ti prego... che tu li custodisca dal maligno”... affinché il “tentatore, nemico di Dio” non abbia su di loro alcun potere.

Segue: Gv 17,17

*Vedi nel Glossario la voce:
“Dualismo giovanneo”
“Mondo”

P.S. - L'appellativo “il maligno” (in greco “hò ponērós”) (Cfr. 1Gv 5,18) designa il tentatore, l'avversario di Dio, il "principe di questo mondo" (Cfr. Gv 12,31; 14,30; 16,11)... e la richiesta qui formulata da Gesù corrisponde alla frase del Padre Nostro “liberaci dal male”, scritta dall'evangelista Matteo con le parole greche apò toû ponēroû, vale a dire: “liberaci dal maligno” (Mt 6,13).