Gv 16,2

« Vi scacceranno dalle sinagoghe; anzi, verrà l'ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio.»

La prospettiva qui preannunciata ai discepoli... “Vi scacceranno dalle sinagoghe”... si concretizzò sul finire del I° secolo e comportò per i cristiani l'esclusione dalla comunità giudaica.
A seguito di questo provvedimento, gli “scomunicati” furono socialmente emarginati al punto che, per esempio, non potevano avere contatti con i Giudei né per comprare né per vendere... e neanche per farsi curare... per cui divennero per loro ardue anche le condizioni minime di sussistenza.
L'espressione “verrà l'ora” ha qui un significato diverso rispetto a quello tipicamente assunto dal termine ora* in questo Vangelo... e richiama piuttosto il senso rilevabile negli oracoli profetici “verranno giorni” (Is 39,6; Ger 7,32).
Nel tempo che viene qui preannunciato, accadrà che “chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio”.
Questo principio di un “santo zelo” per Dio che giustifica gli atti ostili nei confronti degli apostati della fede giudaica, è per esempio presente in una pagina del Libro dei Numeri (Cfr. Nm 25,6-13)... e alcune frange estremiste del Giudaismo lo adottarono nei confronti delle prime comunità cristiane.

Segue: Gv 16,3

* Vedi nel Glossario la voce "Ora"

P.S. - Nell'intero Nuovo Testamento, solo nel quarto Vangelo è menzionata (Gv 9,22; 12,42) la misura drastica dell'espulsione dalla Sinagoga comminata ai cristiani di origine giudaica, e ciò si spiega con il fatto che Gv ha scritto il suo Vangelo sul finire del I° secolo quando in effetti i Farisei - che dopo la distruzione del Tempio di Gerusalemme (70 d.C.) avevano assunto l'autorità religiosa in sostituzione dei Sacerdoti - agirono in questo senso per evitare che ci fossero delle scissioni in seno al Giudaismo.
L'accento che qui è posto sulla motivazione degli uccisori, che crederanno “di rendere culto a Dio”, va ricondotta al fatto per loro inaccettabile che Gesù si fosse “fatto Dio” (Gv 5,18; 10,33; 19,7)… commettendo cioè quella che loro consideravano una blasfemia nei confronti del Dio unico di Israele.
E' in questa prospettiva storica che va collocata anche la frequenza con la quale, in questo Vangelo, è nominata la “paura dei giudei” (Cfr. Gv 7,13; 9,22; 12,42; 19,38; 20,19).