Gv 13,1

« Prima della festa di Pasqua Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò fino alla fine.»

Siamo ormai prossimi alla festa di Pasqua nella quale Gesù sarà messo a morte e Lui sa... scrive l'evangelista... che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre.
Questa prescienza di Gesù, che conosce in anticipo ciò che Lo attende, evidenzia la sua posizione “sovrana” rispetto all'evento della croce... ed è la naturale conseguenza di ciò che Gv ci ha detto sin dal Prologo:
In Gesù è incarnato quel Logos* che sin da principio era Dio ed era presso Dio (Cfr. Gv 1,1).
Inoltre, il 10° capitolo di questo Vangelo ci ha anche detto che Lui è nato su questa terra per essere il Pastore che depone volontariamente la sua vita (Gv 10,17ss) per la salvezza delle pecore del suo gregge, ovvero dei suoi che erano nel mondo.
L'espressione passare da questo mondo al Padre fa qui riferimento alla parte conclusiva di questa traiettoria terrena del Logos che, dopo essere “disceso” dall'Eternità del Padre (Gv 3,13; 6,33.58), sta per “risalirvi”, tornando alla Gloria che Lui aveva presso il Padre, “prima che il mondo fosse” (Gv 17,5).
Questo passaggio di Gesù attraverso la morte, per far ritorno al Padre, avviene per il fatto... ci dice l'evangelista... che Lui amò (i suoi) fino alla fine, cioè fino al compimento dell'opera che il Padre Gli ha affidato (Gv 4,34s; 19,30).
In particolare, l’espressione i suoi designa la comunità dei credenti, ovvero coloro che ascoltano la sua Parola... e che poc’anzi sono stati da Lui chiamati “le sue pecore” (Cfr. Gv 10,3.4.14).

Segue: Gv 13,2

* Vedi nel Glossario la voce "Logos"

Passaggio... ed amore

In apertura di questo 13° capitolo, che coincide con l’inizio del “Libro dell’Ora”**, troviamo due importanti espressioni: “passare” (in greco metabē) ed “amò” (in greco ēgapēsen)... fino alla fine.
Nel suo messaggio teologico, l'evangelista vuole presentare il “passaggio” e l’“amore” come inscindibilmente uniti tra di loro... sia nella traiettoria esistenziale del Cristo incarnato... sia in quella degli esseri umani che vogliono diventare suoi discepoli, accogliendo il suo “comandamento nuovo” (Cfr.Gv 13,34) dell’ “amore”, e “passando” così dall’ “uomo-vecchio” all’ “uomo nuovo”.
Come l’evangelista sta per raccontarci in questa seconda parte del Vangelo, Gesù “passa”... da questo mondo al Padre vivendo il Suo agápē fino alla fine, andando cioè incontro alla Sua “ora”, nella quale la Sua ultima esclamazione sarà “È compiuto!” (Gv 19,30) … a suggello di questo Suo dono totale di Sé, fino alla morte.
Allo stesso modo, chiunque voglia seguire le “orme” spirituali di Cristo è chiamato a sua volta a mettere in pratica il principio spirituale dell’ “amore fino alla fine”... pur se, ovviamente, in forme materialmente diverse dalla cristica crocifissione.
L’amore vissuto senza calcoli e limiti è infatti la “chiave” per realizzare il passaggio dalla condizione umana a quella divina.

Segue: Gv 13,2

** Vedi nel Glossario la voce "Ora"