Gv 4,13-14

« Gesù le risponde: "Chiunque beve di quest'acqua avrà di nuovo sete;
ma chi berrà dell'acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d'acqua che zampilla per la vita eterna”.»


Anziché dare una risposta riguardo alla Sua identità, Gesù pone in evidenza una sostanziale differenza:
Mentre chiunque beve l'acqua del pozzo avrà di nuovo sete... chi invece si disseterà con l'acqua che Lui è venuto a donare, non avrà più sete in eterno.
In trasparenza... l'acqua del pozzo di Giacobbe rappresenta simbolicamente la Legge mosaica, rispetto alla quale Gesù è portatore di un cambiamento radicale grazie all' acqua che io gli darò... ovvero alla Sua parola traboccante di sapienza divina, che trasmette Vita e Spirito.
Prima di allora, il principio religioso tradizionalmente creduto era quello espresso per esempio nel libro del Siracide, dove la Sapienza divina dice “quanti bevono di me, avranno ancora sete (Sir.24,21)... nel senso che avrebbero avuto bisogno di continuare a bere alla sua fonte perché la loro sete si sarebbe estinta soltanto alla fine dei tempi.
Invece... Gesù porta un'acqua che estingue qualsiasi sete già nel tempo presente, ma non solo...
Lui dice anche l'acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d'acqua a significare che, non appena l'essere umano ha cominciato ad abbeverarsene, questa comincia a sgorgare in lui… già da subito e con continuità.
Infine, Gesù aggiunge che questa sorgente d'acqua... zampilla per la vita eterna.
Riappare dunque ancora una volta questo concetto di vita eterna* che già abbiamo incontrato in precedenza (Cfr.per es. Gv 3,16ss) e che viene ricondotto dagli studiosi al concetto teologico tipicamente giovanneo da loro definito “escatologia attuale”** :
Anziché di un dono da ricevere dopo la morte, Gesù parla dunque del dono di quest'acqua di vita eterna che è subito attinta da quanti credono in Lui, e che consiste in un nuovo modo di esistenza qualitativamente divino che, in quanto tale, non è più soggetto alla morte.
In sostanza... l' "acqua viva” (Gv 4,10) portata da Gesù costituisce un dono che, consentendo a quanti lo ricevono di avere parte alla Vita di Dio stesso, estingue la sete più profonda del loro spirito.

Segue: Gv 4,15

* (Vedi il termine "Vita eterna" nel Glossario )
** (Vedi il termine "Escatologia attuale" nel Glossario )