Gv 3,6

« Quello che è nato dalla carne è carne, e quello che è nato dallo Spirito è Spirito.»

Le parole di Gesù contrappongono qui ciò che è nato dalla carne e ciò che è nato dallo spirito... a richiamare un principio di cui l'evangelista ci aveva già parlato nel Prologo (cfr. lettura di Gv 1,13).
Poiché l'espressione "dalla carne" è riferita alla generazione biologica, cioè alla nascita fisica in un corpo, con queste parole in pratica Gesù sta dicendo a Nicodèmo che per “vedere il regno di Dio” (Gv 3,3) non è per esempio sufficiente essere discendenti di Abramo in linea di sangue... come peraltro aveva già sottolineato anche Giovanni Battista nel Vangelo di Luca: « Fate dunque frutti degni della conversione e non cominciate a dire fra voi: “Abbiamo Abramo per padre!”. Perché io vi dico che da queste pietre Dio può suscitare figli di Abramo ». (Lc 3,8)
La “nuova nascita” di cui Gesù sta parlando a Nicodèmo è la generazione dallo Spirito, ad indicare che ciascuno è dunque chiamato a nascere nuovamente per una “vita” spirituale (designata da Gv con il termine greco “zōē”) che vada al di là di quella meramente biologica, proveniente dalla carne.

Segue: Gv 3,7