Gv 3,35

« Il Padre ama il Figlio e gli ha dato in mano ogni cosa.»

Il fondamento di tutto ciò che Gesù compie, è costituito dall'eterna realtà qui ricordata da Giovanni Battista: Il Padre ama il Figlio
E' significativo osservare come il termine “Dio” usato nei versetti precedenti, in questa frase lasci il posto all'ancor più esplicito "Padre", a rimarcare l'intensità dell'amore di Colui che al Figlio... ha dato in mano ogni cosa, ovvero la totalità della Conoscenza salvifica da manifestare all'umanità.
Dicendo che Gesù dispone di ogni cosa, Giovanni usa un'espressione che ribadisce l'illimitatezza di Colui che dà lo Spirito “senza misura” (Gv 3,34) … e questo concetto verrà in seguito richiamato dallo stesso Gesù, quando dirà di Sé che “il Figlio dà la vita a chi egli vuole” (Gv 5,21)... perché “Il Padre... ama il Figlio” (Gv 5,21).
Ecco allora che è proprio questo amore del Padre per il Figlio la causa dell'illimitata comunicazione vitale operata da Cristo, in riferimento al quale Gv già ci aveva detto nel Prologo: "(In) ciò che è stato fatto, in questo Egli (il Logos) era la vita” (Gv 1,4)*      

*Vedi: Gv 1,3-4 (Nota esegetica)

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"Abbondanza senza fine..." 

In questo brano del Vangelo, il Battista testimonia che “Colui... che Dio ha mandato”, “senza misura egli dà lo Spirito” (Gv 3,34), aggiungendo poi che il Padre “gli ha dato in mano ogni cosa” (Gv 3,35).
Così facendo, Giovanni ci parla della comunicazione di amore del Padre al Figlio quale presupposto del trasferimento allo stesso Figlio di conoscenza e potere senza limiti, che Egli può quindi trasmettere, illimitatamente, a coloro che credono in Lui.
Ne consegue che quanti sono capaci di assimilare interiormente il Suo messaggio - al punto da “fare la verità” (Cfr.Gv 3,21) diventandone testimoni operanti nei fatti concreti delle proprie vite - entrano anch'essi nel dinamismo divino già in essere tra il Padre e il Figlio.
Ecco allora che questi discepoli, percorrendo la strada dell'amore concretamente donato al prossimo, creano le condizioni perché il Signore possa a Sua volta intervenire con un nuovo ed abbondante dono di amore, in un crescendo senza fine.
Pertanto, quanto più il cristiano, “fertilizzato” dall'amore di Cristo, “risponde” con una profusione di amore rivolta agli altri, tanto più grande sarà la nuova effusione dello Spirito divino sopra di lui, perché il Padre, attraverso il Figlio, dona lo Spirito “senza misura” (Gv 3,34) ... e dunque in una misura che infinitamente trascende ciò che l'essere umano potrebbe produrre con le sue sole forze
E' questo il “processo” che - ci dice questo Vangelo - trasforma in “figli di Dio” (Gv 1,12) quanti accolgono pienamente il Cristo, perché Lui riempie di Spirito, Vita e Amore la loro esistenza.
In questo brano troviamo dunque l'esplicitazione di un concetto che fa "riecheggiare" il passaggio del Prologo in cui l'evangelista ci aveva detto “dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto grazia su grazia” (Gv.1,16), e rimarca anche quello che deve essere il “progetto esecutivo” di ogni discepolo di Cristo:
Dare una risposta d'amore all'amore ricevuto, cosicché il Signore possa effondere una ulteriore forza d'amore, in un dinamismo che conduce il credente sulla via della “divinizzazione”*.
Come Gv ben spiegherà nel successivo 15° capitolo di questo suo Vangelo, tale azione divina si completa poi con una fase ulteriore, rappresentata metaforicamente dall'immagine del Padre che, similmente al vignaiolo, purifica** i tralci-fedeli che attingono la linfa vitale dalla "vite-Cristo", permettendo loro di produrre così sempre maggiore frutto.
La risposta del Padre al credente che dona amore, è dunque sia l'effusione di nuovo amore in un'abbondanza senza fine... sia la purificazione di tutti quegli aspetti che, nel credente, gli sono di ostacolo alla sua possibilità di sprigionare l'amore nella pienezza delle proprie potenzialità.
In questo illimitato crescendo... di amore che si aggiunge ad amore...  il solo limite è quello che può venir posto dall'essere umano, la cui libertà ovviamente rimane sempre sovrana.
E' infatti una costante responsabilità spirituale di ciascuno, quella di  mantenersi “in asse” rispetto alla scelta iniziale di accogliere Cristo... nonché quella di mostrarsi ricettivo alla purificazione che il Padre opera su di lui anche disponendo sul suo cammino esistenziale le prove karmiche, che sono richieste dall'individuale necessità spirituale di crescere interiormente.

* Vedi nel Glossario la voce "Divinizzazione"

**Pista di approfondimento (nel mio blog "Diario di un monaco"): “karmicamente”

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