Gv 3,16

« Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna.»

Rispetto all'immagine dell'innalzamento del “Figlio dell'uomo” illustrata nei versetti precedenti (Gv 3,14-15), queste parole di Gesù determinano un subitaneo cambio di prospettiva, che orienta il nostro sguardo verso la venuta del Figlio unigenito* nel mondo.
Si tratta di un evento assolutamente straordinario, che ha avuto luogo perché "Dio... ha tanto amato il mondo"... e dunque Gesù qui evidenzia come la realtà che sta alla base dell'originario disegno del Padre per la salvezza dell'umanità sia il suo amore, donato gratuitamente, a prescindere dalla successiva risposta data dagli esseri umani.
Il fatto poi che la dicitura “Figlio dell'uomo” (Gv 3,13-14) abbia qui lasciato il posto all'espressione "Figlio unigenito", ha l'effetto di rimarcare ancora di più la grandezza di questo amore del Padre, che ha fatto il dono più prezioso di tutti: il suo unico Figlio... il Verbo (Cfr.Gv 1,1) che era “presso Dio” ed era Lui stesso Dio.
Si tratta di un dono rivolto al “mondo”*, cioè all'intera umanità, con un “respiro” universale rimarcato dal fatto che la finalità della venuta del Figlio è che "chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna".

Segue: Gv 3,17

Vedi nel glossario le voci:
"Mondo"
"Unigenito"
"Logos" (Verbo) 
"Vita eterna"