Gv 2,6

« Vi erano là sei anfore di pietra per la purificazione rituale dei Giudei, contenenti ciascuna da ottanta a centoventi litri.»

Nella simbologia ebraica tradizionale, il tre indica completezza ed il sette totalità, mentre il sei indica imperfezione... e quest'ultimo significato si presta pertanto ad essere messo in relazione alle sei anfore di cui parla qui l'evangelista.
Le quali anfore non sono di terracotta (come abitualmente erano le brocche per il vino), bensì - dice Gv - di pietra (come di pietra erano le tavole della Legge mosaica), e vengono usate per la purificazione rituale dei Giudei.
Sul piano simbolico, traspare dunque un'allusione all'imperfezione del sistema delle norme di purità che davano attuazione alla Legge mosaica, che stanno per essere perfezionate dall'intervento di Cristo.
La grande capienza di queste anfore... contenenti ciascuna da ottanta a centoventi litri, allude alla "voluminosità" dei precetti e delle norme di purificazione prescritte dall'osservanza della Legge, che sottoponeva il popolo dei credenti ad un peso opprimente.
Proprio la difficoltà nell'adempiere ai numerosissimi dettami religiosi provocava una generalizzata sensazione di indegnità, di colpevolezza, di inadeguatezza, di costante bisogno di purificarsi e di ottenere il perdono da Dio... per cui molti israeliti si sentivano ben lontani dalla possibilità di sperimentare pienamente il Suo amore.
E' questa, in “trasparenza”, la situazione religiosa sbagliata alla quale Gesù si appresta a porre rimedio.

Segue: Gv 2,7