Gv 1,42

« e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: "Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa” - che significa Pietro. »

Già solo fissando lo sguardo sull’uomo che e stato condotto da lui, Gesù lo osserva “dentro”, svelando la realtà che si trova nel suo profondo.
Infatti, subito gli dice "tu sei Simone, il figlio di Giovanni", con un'identificazione che peraltro, in apparenza, risulta essere in contraddizione con le parole di Gesù riportate nel Vangelo di Matteo: “Beato sei tu, Simone, figlio di Giona” (Mt 16,17).
In realtà, Gesù adesso dice che Simone è figlio di Giovanni (anziché “figlio di Giona”) perché lo sta riconoscendo come il figlio spirituale (e non di sangue) di Giovanni Battista.
Poi, sempre rivolgendosi a Simone, Gesù aggiunge anche: "sarai chiamato Cefa".
L'evangelista precisa che Cefa significa Pietro, per cui... considerando come nella cultura semitica il nome contenesse anche la personalità o il destino di chi lo portava... questa affermazione “suona” come il preannuncio della sua attitudine ad essere “Pietra”.
Al di la di ciò, Gv non esplica la ragione per la quale Gesù attribuisca qui a Simone il nome Pietro... e questo motivo potrà essere compreso solo proseguendo nella lettura del Vangelo.

Segue: Gv 1,43-44

"Sarai chiamato Cefa"

Il teologo e biblista padre Alberto Maggi, fondatore del “Centro studi biblici G.Vannucci”, così commenta l'affermazione di Gesù “sarai chiamato Cefa”:
« Gesù non cambia il nome a Simone, ma dice che sarà chiamato Pietro e questo nome verrà acquistando significato lungo tutto il vangelo.
Per adesso sappiamo soltanto che Gesù identifica la profonda realtà di Simone chiamandolo Pietro.
E questo è un espediente letterario dell’evangelista che tutte quelle volte che questo discepolo è in sintonia con Gesù – praticamente quasi mai – lo presenta col suo nome Simone; quando tentenna tra fedeltà e opposizione, Simone e il soprannome Pietro; quando è in contrasto, in opposizione o in contraddizione rispetto a Gesù, soltanto con il soprannome negativo Pietro, che vedrà la sua soluzione verso la fine del vangelo quando Gesù per tre volte si rivolgerà a Simone chiamandolo “Simone di Giovanni”. E’ rimasto ancora il discepolo di Giovanni.
E stranamente, in questo vangelo, Gesù non invita Simone a seguirlo.
L’evangelista scrive che Gesù sa quello che c’è nel cuore degli uomini e non invita Simone a seguirlo.
Sarà soltanto alla fine del vangelo quando Gesù finalmente dirà a Simone: “Tu segui me”.»

(Padre Alberto Maggi )