Gv 9,9

« Alcuni dicevano: "È lui"; altri dicevano: "No, ma è uno che gli assomiglia". Ed egli diceva: "Sono io!".»

Di fronte alla sbalorditiva guarigione del mendicante cieco, la gente inizia a discutere se quell'uomo sia veramente lui... o magari soltanto uno che gli assomiglia.
E’ per questo che lui si trova a dover confermare la propria identità, facendo peraltro una affermazione che racchiude in sé un significato particolare… al quale è possibile giungere tenendo conto che la traduzione qui riportata… “Sono io!”... non corrisponde a quanto scritto in origine dall’evangelista, che è invece “Io (lo) sono”  (in greco “Egō eimi”)...
Leggendo il testo originale, è possibile cogliere una velata allusione al nome di Dio comunicato a Mosè sul Monte Sinai… e dunque intendere che l'incontro con Gesù abbia “ri-creato” quest'uomo a vita nuova... in relazione anche al fatto che Gesù ha utilizzato il fango, ovvero l'elemento naturale che evoca la “polvere del suolo” con il quale “Dio plasmò l’uomo” (Gen 2,7).

Segue: Gv 9,10