Gv 9,6

« Detto questo, sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco »

Dopo aver parlato con i discepoli, e senza rivolgere alcuna parola all’uomo cieco dalla nascita, Gesù passa direttamente all’azione: sputò per terra, fece del fango con la saliva.
Compiendo questo gesto, Gesù trasgredisce il riposo sabbatico, perché uno dei 39 principali lavori che non dovevano essere fatti durante il Sabato, era quello di “impastare”.
A differenza dei racconti sinottici presi solitamente come parallelo di questo brano (Cfr.Mc 7,31-37; 8,22-26), Gesù non usa qui la saliva come agente diretto di guarigione... bensì come lo strumento con il quale impastare il fango da spalmare sugli occhi del cieco.
Diventa dunque il fango l'elemento su cui concentrare l'attenzione e, in prima battuta, esso viene apposto come un ulteriore strato oscurante sugli occhi dell'infermo... come a lasciare intendere, simbolicamente, che proprio l'incontro con la Luce del Verbo-Cristo pone maggiormente in evidenza, per contrasto, la condizione di cecità in cui l'uomo si trova.
Al contempo... però... è proprio grazie a Cristo che questa cecità può essere “lavata via”... nella misura in cui il cieco metterà in pratica l'indicazione che Gesù sta per dargli.

Segue: Gv 9,7