Gv 7,22-23

« Per questo Mosè vi ha dato la circoncisione - non che essa venga da Mosè, ma dai patriarchi - e voi circoncidete un uomo anche di sabato.
Ora, se un uomo riceve la circoncisione di sabato perché non sia trasgredita la Legge di Mosè, voi vi sdegnate contro di me perché di sabato
*ho guarito interamente un uomo?»


Per questo
motivo... cioè per controbattere allo scandalizzarsi dei Giudei (cfr. Gv 7,21) di fronte al fatto che Lui aveva infranto il riposo sabbatico per guarire l'infermo di Betzatà (Gv 5,1-18)... Gesù dice ai suoi ascoltatori che Mosè, e prima di lui i Patriarchi, hanno prescritto al popolo ebraico la circoncisione... e voi circoncidete un uomo anche di sabato.
In questo modo, Lui ricorda loro che già nella tradizione religiosa dei loro Padri era data la precedenza alla circoncisione, rispetto alla prescrizione del riposo sabbatico. I fanciulli giudei venivano infatti circoncisi sempre l'ottavo giorno, anche se si trattava di un sabato, perché era  considerato assolutamente prioritario adempiere al rito della circoncisione in segno di rispetto dell'alleanza con Dio.
E' su questa base che Gesù argomenta secondo il metodo rabbinico qal wahômer, affermando il principio che se la circoncisione, che è ritenuta la “guarigione” di un membro particolare dell'uomo, può essere praticata di sabato... a maggior ragione può essere effettuata di sabato la guarigione di un uomo interamente
L'espressione qui attribuita a Gesù “ho guarito interamente”, non sta peraltro ad indicare la sola salute corporea e, per comprenderlo meglio, è utile osservare le parole di Gesù così come sono state scritte letteralmente da Gv: *"ho reso sano un uomo intero".
L'aggettivo hygiēs, sano, è comparso per sei volte nel brano della guarigione dell'infermo alla piscina di Betzatà (cfr.5,4.6.9.11.14.15), ed adesso viene usato dall'evangelista per la settima ed ultima volta in questo Vangelo.
Biblicamente il numero 7 simboleggia la totalità e... in questo specifico caso... la perfezione della “sanificazione” operata da Gesù:
La “sola opera” (cfr. Gv 7,21) da Lui compiuta di sabato ha infatti riguardato la salvezza della vita di quell'infermo in un senso totale... comprensivo anche dell'opportunità di remissione dei suoi peccati (cfr. lettura di Gv 5,14)... per cui si è trattato dell'adempimento della Legge mosaica nella sua intenzione più vera e profonda: Gesù ha reso sano un uomo intero.

Segue: Gv 7,24

P.S. - Un errore che molti lettori qui rischiano di commettere, è quello di limitarsi ad equiparare il concetto che emerge in questo passaggio giovanneo, all'analogo concetto sinottico presente per esempio nel Vangelo di Luca: “Chi di voi, se un figlio o un bue gli cade nel pozzo, non lo tirerà fuori subito in giorno di sabato?” (Lc 14,5; cfr Mc. 3,4; Lc. 13,15s; Mt. 12,11s).
Se si adotta questo punto di vista, che autorizza la violazione del sabato in ragione della necessità urgente di salvare una vita, la guarigione dell'infermo alla piscina di Betzatà non aveva in realtà un carattere di urgenza tale da richiedere l'intervento immediato di Gesù... che avrebbe potuto benissimo differire la sua azione risanante al giorno successivo... senza infrangere il sabato.
Come abbiamo visto sopra... il principio che Gesù sta qui affermando non si pone però solo su un piano di urgenza ma, ancora di più, riguarda la concezione stessa della Legge mosaica... il cui senso più profondo non può che essere la vita dell'essere umano.
In questa prospettiva, l'intervento che Gesù ha effettuato di sabato per “rendere sano”... cioè per suscitare la totalità della vita in un uomo intero... è il pieno compimento della Legge.

Segue: Gv 7,24