Gv 6,54

« Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno*

Identificandosi espressamente con il Figlio dell'uomo di cui ha appena parlato, Gesù dice adesso... chi mangia la mia carne e beve il mio sangue.
Tenendo conto di come in Israele il sangue fosse considerato la sede della vita e, in quanto tale, non dovesse mai essere toccato ne tantomeno bevuto... queste sue parole appaiono dunque ancora più “scandalizzanti”.
Peraltro... la lettura "spirituale" che stiamo adottando (vedi “Nota esegetica su Gv 6,53-58") ci fa comprendere questa sua affermazione in un senso metaforico:
Gesù sta cioè ribadendo che il suo discepolo può avere “la vita eterna”** ponendo pienamente la sua fede in Lui e diventando così... mediante l'azione di “mangiare” e “bere”... pienamente partecipe della sua comunione di Vita divina con Dio.
In modo naturale, tornano in mente anche le parole che Gesù ha precedentemente pronunciato: “Chi viene a me non avrà mai più fame, chi crede in me non avrà mai più sete” (Gv 6,35).

Segue: Gv 6,55

P.S. - Invece... sul piano della lettura sacramentale di questo brano (vedi “Nota esegetica su Gv 6,53-58"; "La questione eucaristica" in Gv 6,59)... Gesù  qui sta offrendo la sua carne e il suo sangue come cibo e bevanda, indicando la pratica sacramentale quale modo per entrare realmente ed efficacemente in comunione con la sua persona.

* P.S. bis - Un discorso a parte va fatto in riferimento all'espressione “nell’ultimo giorno”, riguardo alla quale scrivono per esempio i redattori della Bibbia di Gerusalemme “l'espressione “nell'ultimo giorno” potrebbe essere stata aggiunta dall'ultimo redattore” (Bibbia di Gerusalemme, EDB 2011, Pag.2554).
Per approfondire questo argomento, vedi la voce "Ultimo giorno" nel glossario.

** Vedi la voce "Vita eterna" nel glossario