Gv 6,38

« perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato.»

Con l'espressione sono disceso Gesù differenzia qui il “Pane della vita” (Gv 6,35) che Lui stesso è... dalla manna... a cui potevano pensare i Galilei con i quali stava parlando.
Loro ricordavano infatti le pagine dell'Esodo nelle quali è usato il verbo “dare” per dire che Dio... per l'appunto... la manna in risposta all'intercessione di Mosè per il suo popolo affamato (cfr. Es.16,15.29).
Invece... sempre nell'Esodo si narra che è direttamente Dio che “scende” sul monte Sinai (Es.19,11.20) e, per fare un altro esempio, in una celebre pagina di Isaia possiamo leggere il passaggio in cui il Signore dice: “Come infatti la pioggia e la neve scendono dal cielo (…) così sarà della mia parola uscita dalla mia bocca: non ritornerà a me senza effetto, senza aver operato ciò che desidero e senza aver compiuto ciò per cui l'ho mandata” (Is.55,10-11).
Ecco allora che, continuando sul “solco” concettuale della Parola divina “discesa” dal cielo, “incontriamo” proprio il “Verbo” (Gv 1,1) che è “divenuto carne” (Gv 1,14) in Gesù... il quale adesso sta affermando di essere disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato.
In senso teologico, l'espressione sono disceso dal cielo sta ad indicare che l'origine di Gesù non è umana, bensì divina.

Segue: Gv 6,39