Gv 13,19

« Ve lo dico fin d'ora, prima che accada, perché, quando sarà avvenuto, crediate che Io Sono.»

Mediante la citazione della Scrittura, Gesù ha appena ricondotto al superiore piano del Padre anche il tradimento che sta per essere compiuto da uno di coloro che mangiano alla sua tavola.
Rivolgendosi adesso ai suoi discepoli, Lui dice loro di averli preavvisati di quanto sta per accadere "perché, quando sarà avvenuto, crediate che Io sono"... e dunque per evitare che perdano la fede.
Già abbiamo visto in precedenza come, in questo Vangelo, la formula “Io sono”* attribuisca a Gesù la Maestà divina.
Di questa sua partecipazione allo stesso essere di Dio, i discepoli avranno piena comprensione dopo la Pasqua, come peraltro Gesù ha già annunciato dicendo: “Quando avrete innalzato il Figlio dell'uomo, allora conoscerete che Io Sono” (Cfr. Gv 8,28).
In questa prospettiva, appare allora evidente che l'azione del diavolo (Cfr. Gv 13,2), come anche quella del discepolo traditore, rientrano nel piano di Dio.
E Gesù... conoscendo quanto sta per accaderGli, nonché apprestandosi a dire Egli stesso al traditore "Quello che devi fare, fallo subito" (Cfr. Gv 13,27)... dimostra di essere superiore agli attacchi dell'antico nemico della Luce divina.

Segue: Gv 13,20

* Vedi la voce "Io sono" nel Glossario