Gv 12,39-40

« Per questo non potevano credere, poiché ancora Isaia disse:
“Ha reso ciechi i loro occhi e duro il loro cuore, perché non vedano con gli occhi e non comprendano con il cuore e non si convertano, e io li guarisca!”»


A seguito della loro perdurante incredulità... “impermeabile” ai segni miracolosi compiuti da Gesù (Cfr. Gv 12,37) nonché alle sue divine rivelazioni… i Giudei si erano ormai posti da soli in una condizione in cui non potevano credere (Cfr. Gv 8,43).
L’evangelista collega questa situazione all’annuncio profetico di Isaia (Cfr. Is 6,9s), che lui peraltro riporta operando alcuni cambiamenti.
Per esempio... omettendo la frase isaiana “questo popolo” (Is 6,10), Gv lascia intendere di voler riferire questa citazione non al popolo in generale, bensì alle guide religiose di Israele [infatti il termine greco “laós” (popolo) in questo Vangelo ha sempre una connotazione positiva (Cfr. Gv 11,50; Gv 18,14)].
Poi, anteponendo la cecità degli occhi alla durezza del cuore, l’evangelista fa capire che tale indurimento è la conseguenza dell’incapacità di “vedere” la realtà divina dell’opera di Gesù.
La forma espressiva… che presa letteralmente sembra indicare Dio che “acceca” ed “indurisce”... va interpretata tenendo conto di una peculiarità della cultura semitica:
Per significare che nulla sfugge al disegno di Dio, era d'uso porre sempre Lui quale soggetto della frase anche quando... come in questo caso... si voleva parlare dell'incredulità degli esseri umani, che hanno usato la loro libertà per rifiutarLo.
Pertanto, l'annuncio profetico qui richiamato non va inteso come una azione preventiva da parte di Dio (che in tal caso prevaricherebbe la libertà umana)... bensì come una sua “presa” d’atto dell’umana incredulità, a causa della quale Lui ha “accecato gli occhi” e ha “indurito i cuori”.
Poi, anziché scrivere l'ultima frase in terza persona come quelle precedenti “e non siano guariti”... l'evangelista passa alla prima persona, e scrive “e io li guarisca”
Questo cambiamento del soggetto è volto a far intendere che non è Dio bensì Gesù... il Figlio inviato dal Padre... che porta all'umanità la possibilità di “guarire”, cioè la salvezza.

Segue: Gv 12,41