Gv 12,33

« Diceva questo per indicare di quale morte doveva morire.»

Con questo suo commento, l'evangelista mette in risalto il fatto che Gesù non soltanto sa che il momento della sua morte sta ormai sopraggiungendo (Cfr. Gv 7,33; Gv 9,4; Gv 11,9), ma Lui conosce anche di quale morte dovrà morire.
Non si tratterà infatti di una lapidazione, come accadrebbe se fossero direttamente i Giudei ad ucciderLo... bensì di un “innalzamento” (Cfr. Gv 12,32) alla maniera dei Romani (Cfr. Gv 18,31-32), che giustiziano i condannati a morte issandoli sulla croce.
Eppure, proprio mediante questa morte ignominiosa si compie l'esaltazione del “Figlio dell'uomo”* (cfr. Gv 8,28)... e si esprime il valore simbolico di tale avvenimento quale “segno di salvezza” (Cfr. Gv 3,15; Gv 12,32).

Segue: Gv 12,34

P.S. - Il fatto che Gesù non abbia assecondato la richiesta dei Greci di vederLo (cfr. Gv 12,21), fa capire che ormai non ha più senso vedere semplicemente il Gesù terreno.
Da ora in avanti, l'unico modo per vedere sarà quello di rivolgere lo sguardo verso il Cristo innalzato e glorificato* sulla croce (Cfr. Gv 8,28).

* Vedi nel Glossario le voci:
"Figlio dell'uomo"
"Glorificazione"