Gv 12,20

« Tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa c'erano anche alcuni Greci.» 

Assistiamo adesso all'incontro di Gesù con alcuni Greci, ovvero dei pellegrini che non appartengono al popolo di Israele e vanno ricondotti anch’essi al “mondo (che) è andato dietro a lui” (Gv 12,19), in riferimento al quale l'evangelista ha poc'anzi narrato l'allarme dei Farisei.
Questi Greci… che di fatto costituiscono una prima avvisaglia della  moltitudine di “non giudei” che seguiranno Gesù dopo la Sua morte... sono saliti a Gerusalemme in occasione della Pasqua, per recarsi al Tempio.
Il fatto che incontrino Gesù va qui “letto” anche in senso simbolico, conformemente al messaggio teologico di questo Vangelo, che presenta Gesù come il vero "Santuario" (cfr. Gv 2,21) da cui si irradia l’Amore divino per il mondo intero.

Segue: Gv 12,21

P.S. - Con il termine Greci qui l’evangelista non indica i Giudei di lingua greca che vivono nella Diaspora [I cosiddetti “Ellenisti” (cfr.At 6.1; At 9,29)], bensì i greci di nascita che hanno aderito al monoteismo d'Israele e pertanto praticano alcune osservanze mosaiche.
Si tratta di coloro che negli Atti sono definiti i “timorati di Dio” (cfr.At 10,2) i quali, come attesta anche lo storico Flavio Giuseppe (bell.VI,427), si recavano frequentemente in pellegrinaggio a Gerusalemme pur se, per esempio, non erano circoncisi e pertanto non potevano mangiare l’agnello pasquale.