Gv 11,47-48

« Allora i capi dei sacerdoti e i farisei riunirono il sinedrio e dissero: "Che cosa facciamo? Quest'uomo compie molti segni.
Se lo lasciamo continuare così, tutti crederanno in lui, verranno i Romani e distruggeranno il nostro tempio e la nostra nazione".»


Mentre nel caso della guarigione del cieco nato (cfr. Gv 9,13-14) i Farisei si erano subito mossi per appurare come erano andati i fatti, in questo caso il miracolo operato da Gesù è talmente eclatante che loro, insieme ai capi dei sacerdoti, convocano la riunione del sinedrio e si chiedono: “Che cosa facciamo? Quest’uomo compie molti segni”.
Agli occhi dei capi del Giudaismo Gesù, qui chiamato sprezzantemente “quest’uomo”, è ormai estremamente pericoloso, perché ciò che Lui è in grado di fare gli conferisce grande autorità sul popolo.
Per conseguenza, c'è il rischio che al suo seguito si crei un movimento di massa di carattere messianico (cfr. Gv 12,13), che darebbe luogo ad una disastrosa conseguenza politica: “verranno i Romani e distruggeranno il tempio e la nostra nazione”.
Di fronte a questa prospettiva, la minaccia di morte (Cfr. Gv 5,18; Gv 7,1.19.25; Gv 8,37.40) che pende su Gesù già da un po’ di tempo, sta per venire tradotta in pratica.

Segue: Gv 11,49-50