Gv 11,4

« All'udire questo, Gesù disse: "Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificato".»

Senza rispondere direttamente all'invito che le due sorelle di Lazzaro Gli hanno fatto giungere, Gesù dice subito che questa malattia non porterà alla morte dell'amico… e poi annuncia che quanto sta per accadere è per la gloria di Dio, nel senso che si tratta di un avvenimento che risponde ad un superiore piano divino.
Poi... riferendosi alla malattia di Lazzaro con le parole “affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificato”, Gesù pronuncia un'espressione che ha in sé un doppio significato:
Il miracolo che Lui sta per compiere Gli renderà gloria, rendendo ulteriormente palese il suo straordinario potere taumaturgico e… oltre a ciò... questo miracolo provocherà anche la sua morte (cfr. Gv 11,46-53), la quale costituirà “l’ora”* della sua definitiva glorificazione (cfr. Gv 13,32).
Questa affermazione di Gesù richiama dunque un basilare concetto della cristologia giovannea, ovvero la reciproca “glorificazione”* del Padre e del Figlio che si attua pienamente quando… al momento di vivere l’ “ora” della sua “esaltazione” sulla croce… Gesù glorifica il Padre e, al contempo, è glorificato dal Padre (cfr.13,31 s.; 17,1).
Inoltre… la resurrezione che Gesù sta per operare su Lazzaro, è anche il “segno”* con il quale Lui annuncia la propria Resurrezione nonché… in senso ancora più ampio... il segno che annuncia la resurrezione interiore che può compiersi in coloro che credono in Lui (cfr. Gv 17,2).

Segue: Gv 11,5

* Vedi nel Glossario le voci:
"Glorificazione"
"Ora"
"Segno"