Gv 11,3

« Le sorelle mandarono dunque a dirgli: "Signore, ecco, colui che tu ami è malato".»

E’ qui significativo osservare come le sorelle invitino Gesù al capezzale di Lazzaro, riferendosi al fratello con l'espressione "colui che tu ami".
Pur se l’evangelista non fornisce gli elementi sufficienti per operare una chiara identificazione...  questa espressione riferita a Lazzaro richiama comunque il “discepolo che Gesù amava”*, cioè la figura anonima che è protagonista di questo Vangelo.
Ciò che sta per accadere a Lazzaro... figura del discepolo perfetto...  rappresenta simbolicamente ciò che attende chiunque altro, come lui, creda pienamente in Gesù: la “resurrezione alla vita”, ovvero la “rinascita” interiore che permette al discepolo di Cristo di ascendere ad una vita di “qualità” divina.
E' in questo senso che, all’interno di questo suo Vangelo, Gv usa due distinti vocaboli greci per definire la vita: "bios" per indicare la vita biologica... e "zōē" per indicare la vita di “qualità” divina, cioè quella “risorta” al piano della “vita eterna”*.

Segue: Gv 11,4

* Vedi nel glossario le voci:
"Discepolo che Gesù amava"
"Vita"
"Vita eterna"