Gv 11,14-15

« Allora Gesù disse loro apertamente: "Lazzaro è morto
e io sono contento per voi di non essere stato là, affinché voi crediate; ma andiamo da lui!".»


Adesso è lo stesso Gesù a correggere l’equivoco nel quale sono caduti i discepoli, dicendo dapprima: “Lazzaro è morto”... e poi aggiungendo una considerazione apparentemente strana “e io sono contento per voi di non essere stato là”.
Ciò non significa ovviamente che Gesù si stia rallegrando per non essere stato presente quando l’amico aveva bisogno di Lui...
Si tratta, invece, di una contentezza dovuta a ciò che questa morte sta per determinare: il miracolo di resurrezione che illuminerà la fede dei discepoli.
Per questo motivo Gesù dice loro che proprio il fatto di non essere stato là e quindi, implicitamente, il non aver guarito l’amico prima che morisse… è una circostanza che si è verificata “affinché voi crediate”… cioè “affinché la vostra fede sia fortificata” dal constatare quanto sta per accadere: il ritorno di Lazzaro alla vita.

Segue: Gv 11,16