Gv 10,16

« E ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo guidare; ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, un solo pastore.»

Sin dal Prologo di questo Vangelo Gv ci ha detto (Cfr.Gv 1,12-13) che sono “figli di Dio” non soltanto gli israeliti... ma anche tutti coloro che accolgono la luce del Verbo divino.
Applicando questo principio al brano in cui ci troviamo, possiamo comprendere in che senso Gesù adesso dica che Lui deve guidare anche le pecore che non provengono da questo recinto… cioè anche quelle che si trovano al di fuori dell’ovile-Israele.
La prospettiva futura delle sue parole… “ascolteranno la mia voce”… fa capire che Lui si riferisce al momento in cui, successivamente alla sua Passione, le pecore provenienti dal Giudaismo diventeranno un solo gregge con le altre.
Infatti... questo “frutto” della morte di Gesù sarà ricordato da Gv nel suo commento alla sentenza di Caifa, mediante la quale vedremo il sommo sacerdote profetizzare inconsapevolemente che Gesù “doveva morire per la nazione e non soltanto per la nazione, ma anche per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi” (Gv 11,51-52).
L’espressione riferita a Gesù... “un solo pastore”... sta ad indicare che in Lui trova compimento la profezia di Ezechiele: “Il mio servo Davide regnerà su di loro e vi sarà un unico pastore per tutti” (Ez 37,24).

Segue: Gv 10,17

P.S. - Osservando da vicino i termini greci usati dall'evangelista per scrivere "diventeranno un solo gregge, un solo pastore"... è significativo rilevare che esiste nella lingua greca una affinità tra poimnê [gregge] e poimên [pastore] che non è “trasferibile” nella lingua italiana.
Tra le due parole... “gregge”, “pastore”... non è posta alcuna separazione... neppure la congiunzione "e"... per cui risulta ancora più forte il messaggio che ne consegue:
La relazione del gregge col Pastore non è quella che unisce due differenti realtà, ma è invece quella di una sorta di “inglobamento”, nel senso che il “gregge” (cioè la comunità dei cristiani) diventa un tutt'uno con il Pastore (Cristo), al punto da costituire il nuovo “santuario” dal quale, mediante una coerente testimonianza dei credenti, l'amore di Dio si espande verso l'intera umanità.